IL BACIO INESISTENTE - G. Klimt
Aggiornamento: 1 ago 2020
Macchie di colore in luogo delle parole. L'arte del colore domina l'anima umana NON diversamente da quella dei suoni.
Le parole di Hugo von Hofmannsthal, scrittore poeta della seconda metà dell'Ottocento viennese. Vienna, dove il 3 aprile di centoventitré anni fa nasce la Secessione Viennese.
Voi sapete cos'è una Secessione?
Sicuramente sì. Ed anche io.
Però mi piace ripeterlo, perché è una parola pesante: vuol dire “separarsi, allontanarsi”. Sapete, mi sono sempre chiesta se le separazioni fossero davvero negative. In fondo, le separazioni, sono testimoni di un cambiamento.
Ed un cambiamento ci fu anche il 3 aprile del 1897.
Diciannove artisti, tra cui pittori e architetti, fondarono un'associazione che si sarebbe staccata dall'Accademia di Belle Arti: avrebbero cambiato qualcosa. Anzi, a dirla tutta, avrebbero creato qualcosa di totalmente nuovo.
Alcuni di questi artisti sono morti di influenza spagnola, l'altra grande epidemia che mise in ginocchio il mondo. E, beh: questi giorni, mi sembravano adeguati a rievocare lo scenario.
Non voglio dilungarmi in altre note storiche, in fondo non sono una storica dell'Arte.
Sono soltanto una voce che racconta. Che ridipinge con le parole ciò che gli occhi non posso vedere.Perché gli occhi saranno anche lo specchio dell'anima, ma le orecchie sanno accogliere le pene di un'anima in fuga da sé stessa.
Oggi voglio raccontarvi un quadro che parla di un bacio.Un bacio così tanto prezioso che è dipinto con l'oro. La foglia oro.
Il suo autore si chiama Gustav Klimt ed è stato il pittore più rappresentativo dell'Art Nouveau – che, come dice la parola, è l'Arte Nuova fiorita durante la Secessione Viennese.
Klimt: sembra quasi il suono di un anellino d'oro che cade in un bicchiere di cristallo.
Un anellino d'oro, sottile, lucido. Come l'oro che brilla sui quadri di Klimt.
Il Bacio è il nome del lavoro più noto di Klimt.
Potrei dirvi che ci sono un uomo ed una donna che si baciano. Ma sarebbe una bugia. Direste mai che la Carbonara è una pasta?
Di base lo è. Ma la pasta non è che la materia prima di qualcosa che è diventata un'istituzione, una tradizione, una procedura ed una identità.
Il Bacio di Klimt non è solo un quadro e forse vi sembrerà che io mi stia dilungando, ma: avevo bisogno che foste preparati a quanto state per vedere. Con le vostre orecchie.
Immaginate una superficie, una tela: un quadrato perfettamente bilanciato, un metro e ottanta per un metro e ottanta. Sapete quant'è un metro e ottanta? Almeno una porta di casa. Esatto: dovete sollevare un braccio, per toccarne il bordo – beh, a meno che non siate alti, ecco. Io non lo sono.
Immaginate questa porta così alta, poi aprite le braccia e … con le braccia aperte arrivereste a poco più di metà di quella tela.
Ci pensate?! Voi, in piedi, con le braccia spalancate: e questo enorme quadrato d'oro più grande di voi.Se fosse un letto, potreste stendervici su. Insieme a qualcuno.
E in questo letto verticale che profuma di vecchia bottega, ci sono due sagome, come lenzuoli: non si capisce subito cosa siano. Al centro, dorato pungente. Come quando è estate e il sole ti acchiappa la faccia. Stringi le palpebre, il calore è fatto di spilli che quasi ti strappano una lacrima. Poveri occhi. Così questa coperta dorata che, grande come due corpi, spacca il quadrato. È strana questa coperta: a sinistra, rettangoli scuri, come mattonelle, sono di un nero pesante.
Come si spiega il nero intenso? Di piombo. Che se ti cade sulla gamba, fa male.
Rettangoli verticali, profili, come spessore di libri mai letti.
Sono tanti, questi rettangoli: solo a sinistra, però. E fitti come pioggia. Pian piano, lo stesso lenzuolo, nella metà destra, cambia tessuto. Di base, sempre il dorato, ma non più rettangoli scuri e pesanti. No. A destra, timidi cerchietti, come biglie di vetro rosso, lontane tra loro. Come si spiega il rosso? Penso abbia il calore di una goccia di sangue. Gocce. Ecco cosa sembrano. Gocce e rettangoli che si incontrano a metà di questa enorme sagoma d'oro che quasi sembra una grossa candela di cera.
Un letto, una sagoma al centro e tanto spazio sui bordi.
La guardo meglio: in cima, su, sfiorando quel metro e ottanta, vedo due occhi chiusi. Una donna. Ha gli occhi chiusi, ed anche la bocca. Ma non sta dormendo: è in ginocchio, come le donne in preghiera. Eretta sulle ginocchia, la schiena dritta: è davanti a me, ma perfettamente di profilo. La pancia piatta, i piedi puntati, con gli alluci che sembrano voler scavare il pavimento.
Deve sentire una gran pressione sotto la pianta dei piedi: a volte anch'io ho i crampi e devo stirare le dita proprio in quel modo.
Questa donna, al centro del lenzuolo dorato, al centro del quadro, di profilo, ha i piedi puntati, le caviglie tese. Le vedo le caviglie! Ha i piedi nudi!Sapete, non era cosa poi tanto lecita scoprirsi i piedi in pubblico, in quel lontano Novecento. Le caviglie nude del 1908: sensuale pelle scoperta. Provocante come il profumo delle fragole d'aprile.
Caviglie che annegano in un mare d'oro e di gocce di sangue.In ginocchio, la donna, e ora ne vedo la testa, scomoda: lo zigomo le tocca la spalla. Ha gli occhi chiusi, sì, ma non sta dormendo: come potrebbe, in quella posizione?
Le vedo la spalla, anche quella nuda. Solo la spalla, come se le fosse scivolata la spallina di un vestito che confondo col lenzuolo. Una fascia le avvolge un pezzetto di braccio, il resto è scoperto, anche il braccio. Le vedo la pelle del gomito e l'avambraccio, seguo la sua mano ed ecco!Ho scoperto che c'è un'altra mano!
La donna tiene in mano una mano e riconosco l'uomo. Il grande lenzuolo dorato avvolge in un abbraccio un grande uomo nascosto, che a sua volta abbraccia una donna.
L'uomo è un gigante, tanto grande che le sue spalle toccano il bordo del quadro, lassù in alto, gli riconosco il collo piegato in avanti.La testa, totalmente ritorta, lascia vedere solo dei ricci capelli bui. La sua faccia sembra entrare nella guancia della donna. Lui le starà sussurrando qualcosa? Le sta mangiando la guancia? Sembra così nervosa la sua posizione col collo rigido.Intanto vedo solo il volto della donna dagli occhi chiusi. Ha i capelli rossi, come il profumo d'autunno e dei fiorellini nei capelli. Sembra un nido di legno secco che gracida.
E lui, l'uomo senza volto, le tiene la testa con due grandi mani, la tiene possente come si stringe una palla di vetro, per timore che cada e si rompa. La tiene ben salda e non capisco se la sta davvero baciando.
Ora è tutto più chiaro.
Un enorme letto verticale. Al centro, perfettamente al centro, due corpi abbracciati, avvolti in una coperta d'oro, decorata a mattoni neri e gocce di sangue.In cima, lassù in alto dove finisce il bordo, una testa d'uomo, non vedo i suoi occhi: è entrato nella guancia di una donna che, in ginocchio, eretta, si aggrappa a quell'uomo puntando i piedi nudi sulla terra.
E il suo volto, scomodo e storto, come una sfera preziosa tra le mani nodose dell'uomo ruvido. Non credo si stiano baciando. Sono tesi. La pelle accaldata.
In ginocchio su qualcosa che sembra un prato pungente.L'erba selvaggia, fiori. Tanti. Papaveri?
Dalla caviglia nuda di quella fanciulla prigioniera dell'abbraccio, edera d'oro. Sembrano corde di lame impigliate tra i piedi. Scivolano tra l'erba. È scura, l'erba, sembra bagnata.
E a guardar bene. Lo sfondo il cielo alle spalle di quell'abbraccio prigioniero, è fatto di terriccio umido e caldo, come le piogge d'estate.
E c'è della polvere, in quell'aria di terra. Una polvere che, a respirarla, fa tossire.
È polvere solida, sembrano gocce. Luminose e taglienti.
Schizzi sottili. Che a sentirli così, quasi mi sembra una nebbia di sperma.
Non so se si stiano davvero baciando. Le bocche non si toccano, né toccano la guancia.
Ma se quello fosse un bacio, allora io voglio solo carezze.
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