URLO con Munch in 5 Round
Cari Voi, Salve.
La scorsa settimana ho dedicato un episodio del mio podcast Artis Blind all'Urlo di Edvard Munch.
Ma poi, studiandolo, mi sono detta: sì ma non è che sarebbe il caso di farci un video su qualcosa che magari non tutti sanno?
Sarebbe il caso.
Premesso che Edvard Munch fu pittore rappresentante e forse pioniere della corrente che definiremo (noi uomini posteri, non io Mayra) Espressionismo, nasce a Oslo – Norvegia – nel 1863, il giorno prima di Santa Lucia. L'Urlo (noto anche come Il Grido) è il suo quadro più noto e comunque tra i più noti di ogni epoca. La sua Gioconda, potremmo dire. Che poi, in effetti, manco c'ha le sopracciglia.
Il Titolo
Il vero titolo è SKRIK – in norvegese – parola che termina bruscamente con la consonante occlusiva /k/ e può suggerire una scossa violenta (cfr. shock), un urto dovuto a una frenata improvvisa. L’intera parola ricorda il suono sgradevole delle unghie su una lavagna e sembra evidenziare le fasce di colore più scuro. Il professor William Germano, docente nella lontana Columbia, ha approfondito l'argomento in un libro, In Art NoOne Can Hear You Scream dove analizza quanto il titolo di un'opera può influire sulla nostra percezione della stessa. In merito a Munch, fa notare anche che in inglese e tedesco ci sono due parole simili, shriek e Schreck,ma in entrambe le lingue è stato preferito un altro nome che forse fa vedere l’opera in maniera diversa.The Scream, invece, finisce con la consonante continua /m/ così come in tedesco, Der Schrei, con le vocali del dittongo /aɪ/, entrambi suoni “prolungabili” e associabili a onde sonore che si propagano e si riverberano, come le strisce colorate nella parte superiore del dipinto.
In merito alla traduzione italiana, potremmo dire che si è ragionato analogamente che in Inghilterra e in Germania: ha avuto più larga diffusione la traduzione URLO piuttosto che GRIDO benché quest'ultimo fosse "gracchiante" più verosimilmente che al titolo originale. A questo punto, laddove noi intendiamo il quadro con un senso di lamento che si focalizza più su un rimbombo/ondeggiare sonoro di queste striature, mi chiedo: e se Edvard disperato non avesse sentito un urlo simil-ululato come noi immaginiamo, bensì un grido straziante che squarcia la gola? D'altra parte, gridare è molto più violento e doloroso che urlare.
Valore Economico
Come ho già detto altre volte – e sicuramente già saprete – esistono 4 versioni dell'Urlo. Una di queste (l'unica con un uomo che si affaccia dal ponte sullo sfondo, al contrario degli altri che raffigurano due amici passeggianti di spalle) è stata venduta per 120 mln di dollari. Questa versione ha la cornice originale che presenta una riflessione che Munch scrisse di suo pugno: "La verità è che si vede con occhi diversi di volta in volta. Al mattino vediamo le cose in un modo, alla sera in un altro, e questo dipende dal nostro modo di essere. Uno stesso soggetto viene perciò percepito in tanti modi differenti ed è questo che rende l’arte tanto affascinante".
Luogo
La rivista Sky and Telescope si è presa la briga di trovare il reale luogo dove Munch si è ritratto. Lo studio è stato portato avanti dal fisico astronomico Donald W. Olson e dall'università del Texas. Si tratterebbe del porto della città di Oslo e dell'isola di Hovedo. Secondo gli studiosi Munch e i suoi amici camminavano su quella strada nel 1883. Perché si parla di questa data? Perché in quell'anno c'era stata l'eruzione del vulcano Krakatoa. Il vulcano non è vicinissimo a Oslo ma rilasciò una grande quantità di fumo e vapori tali da raggiungere l'atmosfera anche della città norvegese. È probabile quindi che l'artista avesse visto il cielo così rosso per questo motivo.
Rivista:
Popolarità
L'urlo fu realizzato nel 1893 ma raggiunse la notorietà nel 1892, grazie ad una chiacchieratissima mostra organizzata per lui dall’Unione degli artisti berlinesi. Le sue opere fecero un tale scalpore che la mostra venne chiusa dopo una sola settimana.
Fine felice
Tutti ricordiamo Munch per la sua tecnica così graffiante e stridente – ed a buona ragione, dato che questo stile trova radici nella sua espressione di litografo: ha molte più stampe (incisione su legno) che disegni e quadri e questo giustifica pienamente le sue pennellate corpose e quasi incise, appunto. Ma Munch ebbe un periodo più “felice” o quantomeno più colorato. Dopo una crisi nervosa – chiamata dall'artista “collasso mentale”, nel 1908 – si impegnò in un percorso di guarigione, chiudendosi in una casa (la casa Ekely, nella periferia di Oslo) dove visse solitario e produsse quadri ben più felici e sereni.
Bonus postilla: l'emoji delle nostre chat, gialla e spaventata bluette è una citazione che omaggia proprio l'urlo di Munch.
Spero di avervi rapito ai vostri problemi quotidiani almeno per una decina di minuti, con queste brevi storielle su Munch.
Tutto sommato non fu così pessimista … o forse sì.
Malattia, follia e morte sono stati gli angeli neri che hanno vegliato sulla mia culla. - Edvard Munch
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