Secessione CREATORS
La Secessione Viennese è la Rivolta dei Creators.
Cari Voi, Salve.
Ho letto qualche parola, l'altro giorno, che mi ha fatto riflettere sulla reiterazione della Storia. Sì, stiamo rivivendo qualcosa che abbiamo vissuto all'inizio del Novecento.
E non parlo della pandemia.
La secessione viennese, soprattutto in pittura, non è tanto un atto di rivolta contro l'arte del passato, quanto piuttosto un'iniziativa tesa a creare l'arte in Austria, un'arte corrispondente alle esigenze del tempo.
"Non si discute - scrive infatti un critico coevo sostenitore della Secessione - tra la vecchia arte, che di fatto non esiste da noi, e una nuova. Non si combatte per qualche sviluppo o cambiamento nell'arte, ma per l'arte stessa, per il diritto di creare artisticamente". "La gente deve potersi di nuovo ricordare che la loro materia è una scrittura magica che, con macchie di colore in luogo delle parole, ci trasmette una visione interiore del mondo - il mondo misterioso, arcano, meraviglioso - non un'attività commerciale. L'arte del colore domina l'anima umana non diversamente da quella dei suoni".
Arte corrispondente alle esigenze del tempo, che rivendichi il diritto a creare artisticamente. La Secessione Viennese non voleva dichiarare guerra alla Storia precedente. Voleva avere il diritto di nascere. Penso che lo stesso valga per i Creators di oggi che combattono per il diritto all'espressione, affinché venga riconosciuta creativa alla pari di un'opera d'arte.
Senza confronti né competizioni con ciò che è stato prima. Solo, a pari dignità.
Un po' di Storia
Cos'è la Secessione Viennese?Ma prima di tutto, cos'è una Secessione?
Secessione viene dal verbo latino secedĕre «allontanarsi, separarsi» ed indica una cesura. Non necessariamente una rottura brusca, solo una divisione, ovvero che c'è un prima e un dopo (come sarà per la quarantena, come è stato per la venuta di Cristo).
La Secessione Viennese è stato uno sviluppo che si è innescato il 3 aprile del 1897.
Diciannove artisti si uniscono e si distaccano – satelliti – dalla convenzionalità accademica delle Belle Arti di Vienna.
Non vogliono rinnegare nulla, né far guerra. Vogliono solo riadeguare la visione dell'arte alla contemporaneità, con nuove forme e stili (prenderà il nome anche di Art Nouveau, Arte Nuova) e soprattutto avviano la fluidità.Non più uno stile segregato alla singola categoria – pittura, scultura, architettura – bensì uno stile che pervadesse tutto. Quotidianità inclusa.
Io penso che già a questo punto possiamo riconoscere quel desiderio di adeguamento all'oggi, ma in maniera creativa da parte di tutti i ragazzi (e non solo) che si esprimono, creano ed educano ad una inventiva ed a stili più fluidi, dove make-up e poesia, suoni, collage digitali di emoticon e parole coesistono in creazioni quotidiane di un mercato che si chiama Social Media.
Analogie
Ad inaugurare questo parallelismo, vedo in primo luogo il desiderio di adeguamento ai propri tempi, per linguaggio e per messaggio. E poi ancora:
La fusione tra estetica decorativismo, il preziosismo dei dettagli e la semplicità dei paesaggi, ambienti nei quali la gente si muove; non vi ricorda Instagram e la qualità estremamente alta che hanno raggiunto post e stories?
L'interesse non solo al mondo interiore, ma anche all'ambiente Mondo: basta con le frasi da diario e i monologhi depressi; si documentano luoghi ed eventi ALLA PARI della propria quotidianità domestica. Come le scrivanie e le lampade Liberty erano entrate nelle case della gente reale, svincolate da tanta musealità. La bellezza pervade il vissuto. Le Live Facebook non entrano tanto in casa della nonna quanto in Parlamento?
Il Simbolismo, più o meno esplicito. Vi dicono qualcosa gli Stickers e gli hashtag?
La Belle Epoque pregna di Cafè Chantant (caffè cantanti, dove si tenevano concerti e chiacchiere): tutti quanti noi che abbiamo vissuto questi pomeriggi tra mille live streaming, da Instagram a Twitch.
L'attività incalzante artistica e culturale che pervase Parigi, Vienna e Dresda: eventi e confronti, oggi senza confini, vinta la barriera del teletrasporto che noi chiamiamo Video Conferenza.
Si smette di essere vittima di un tema segregante in una etichetta: pittore, scultore, musicista. Secessionista: un'avanguardia. L'appartenenza è fluida. E tu che crei, sei tu: col tuo stile a dare identità alle cose: non più pittore perché usi il pennello, ma secessionista perché riconosco le tue forme, il tuo stile: tanto in una sedia, quanto in un capitello.
Fa sì che il tuo lavoro, il tuo scritto o disegno che sia, traspiri il tuo stile: alla pari. Fa sì che si dica “questo è da TE”, anche quando riordini la biancheria, anche quando prepari la pasta al sugo. I tuoi amici te lo dicono? Perché se non te lo dicono, mi sa tanto che dobbiamo cominciare a lavorarci su.Sii fedele a te stesso senza essere prevedibile.
L'Art Nouveau ha saputo trasformare tutto ciò che ha toccato. Come il Digitale oggi. Tutto ciò che esiste può essere rivisitata in chiave Digitale come fece il Liberty allora.
E come fece il Re Mida. Conoscete la sua storia, vero?!
Alphonse Mucha
Vorrei concludere onorando Mucha, artista ceco, che innalzerei a Santo Protettore dei Micro Influencer e Creators.
In secondo piano in Italia, ebbe grande seguito in Boemia e Francia. In pratica, gli influencer locali che non si fila nessuno in altre regioni o settori d'interesse.
Autodidatta: come qualunque Creator digitale che oggi voglia imparare ad usare le piattaforme: zero scuole.
Lavora per pubblicitari, a locandine e manifesti: e li rende opere d'arte, oggi esposti al Museo di Praga (io l'ho visitato, è meravigliosamente ocra). Pubblicità ad Arte: com'è che si chiamano? Ah: Sponsorizzazioni. Oggi.
Estetizza la quotidianità: chi è che trucco&parrucco anche se non esce di casa (fisicamente) ma deve “uscire” sui Social? Sì: diversi creatori di contenuti.
Mucha rende valido su piano estetico ciò che appartiene all'uso quotidiano.
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