Ispirazione Titoli - KIT dizionario
Cari Voi, Salve.
Scommetto che vi era mancata la rubrica delle parole!
Come sempre, parlo tanto e, come tanti, mi capita di focalizzarmi su parole random.
Me le ripeto all'infinito fino a che non si spersonalizzano – avete presente?! – e comincio ad interrogarmi sulla loro origine.
Questa volta ho preso uno scivolone (si dice così, no?) multilingue partendo proprio da una parola italiana: titolo.
Sarà che ho dovuto inventarmi diversi titoli, ultimamente, ma riflettevo su quanto sia importante avere un buon titolo: che si tratti di quadri, libri, progetti.
Che poi è anche il reale motivo per cui dedico regolarmente una rubrica alle parole: penso che ogni buon artista, debba dedicare attenzione alla scelta del titolo dei propri lavori: come un genitore col proprio figlio.
Foss'anche che il titolo in sé sia Untitled – Haring docet. Purché ponderata. Una scelta ponderata.
Ecco 5 parole che forse un giorno potrebbero esservi utili per trovare un buon titolo.
Titolo: no, non è vero, sappiamo tutti cos'è un titolo! Ma avevo bisogno di spiegare la ragione di questa rubrica!
Ab urbe condita: è un'espressione latina che letteralmente vuol dire “da quando la città è stata fondata”, con riferimento a Roma quale città universale. È oggi utilizzata come sinonimo di fondazione – data di fondazione – di una data cosa. Essendo un'espressione di riferimento ad una nascita, un incipit, mi è sempre piaciuto poterla utilizzare in riferimento alla nascita di un lavoro o – ancor meglio – alla nascita di un nuovo “periodo di sperimentazione”. Un po' come avrebbe potuto fare Picasso, cadenzando ciascuno dei suoi periodi di influenza artistica: un incipit per ciascun nuovo periodo di sperimentazione.
Cloisonnisme: la cui traduzione letterale è compartimentismo, è una tecnica pittorica che consiste nel racchiudere il colore in zone, campiture, determinate da segni molto evidenti, quasi incisioni, contorni spessi. E niente effetti chiaroscurali.
È un esplicito riferimento alla tecnica medioevale della costruzione delle vetrate colorate i cui vetri colorati sono inseriti in una sorta di disegno-scheletro metallico: tal scheletro denominato cloison. Questa denominazione in riferimento pittorico fa capolino in opposizione all'impressionismo ed in particolare con i Fauves (Matisse ne fu rappresentante perfetto), riferendosi a dipinti figurativi che abbiano una spessa linea di contorno e campiture di colore relativamente piatto.
Mimesi: di origine greca, letteralmente significa imitazione, riproduzione – da mimesis. Per farla breve-brevissima, possiamo dividere il concetto di mimesi in due categorie originariamente greche: mimesi icastica e mimesi fantastica. La prima fa riferimento ad una riproduzione fedele di qualcosa di realmente esistente (=icone); la seconda riproduce qualcosa sulla base di una realtà (una sorta di reinterpretazione, per quanto simile alla realtà fisica).
Questo concetto nasce già con Platone che non solo decreta una differenza tra artigiano e artista (ho fatto un video a riguardo: guardàtelo!) - marginando il ruolo dell'artista – ma parla di una collaborazione dell'artista con altre due “classi”: i filosofi e i guardiani. Tale collaborazione mira a produrre cose non già esistenti in natura, ma funzionali e utili al benessere dello Stato (inteso come comunità). Su quanto l'artista che produce arte-non-utile sia legittimato a vivere o meno, ci sarebbero saggi su saggi da scrivere, ma se vi interessa, fatemi sapere e ne parliamo!).
Il concetto di mimesi in senso artistico viene approfondito anche da Aristotele che la definisce una capacità di riproduzione. Ma, come dicevo, ci sarebbe da parlarne e non voglio dilungarmi oltre. Fatto sta che la mimetica si chiama così nonostante non ci siano disegnati alberelli e cespugli su: testimonianza del fatto che la mimesi non è una riproduzione fedele di qualcosa, bensì un rimando “ispirato”.
Ex voto: è una locuzione latina e significa lett. “a seguito di un voto”, riferita ad un oggetto offerto in dono ad una divinità come pegno di una promessa. La locuzione completa sarebbe ex voto suscepto ovvero “a seguito di un voto sovvenuto”, ergo per grazia ricevuta. Analizzando più nello specifico, “voto” deriva dal verbo vovere ovvero promettere, formulare una preghiera. Nel tempo il focus di riferimento sono diventante sempre più spesso delle immaginette dipinte, piccoli quadri, dedicati per lo più alla Madonna. Il riferimento traslitterato artistico è quello di Frida Kahlo, i cui dipinti risentono fortemente di questa influenza figurativa.
Ex abrupto: terminiamo con gli ex. Anche questa locuzione di origine latina, intende “improvvisamente”, nel mezzo del discorso/narrazione. Deriva dal verbo abrumpo, troncare, spezzare. Dunque indica qualcosa che vene fuori (ex) dal bel mezzo di qualcosa interrotta, spezzata.
Finisce qui la rubrica di oggi, come sempre spero vi siate divertiti e abbiate aggiunto qualcosa al vostro bagaglio di conoscenze. Se conoscevate già tutte e cinque le parole: yeah! Quando e perché le avete scoperte? Le utilizzate?
Bacini
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