IKIGAI
Perché Tu sei sceso dal letto stamattina?
Cari Voi, Salve.
Oggi è il turno della Rubrica delle parole.
E comunque no: non ho suddiviso il canale in rubriche. Ma non sapevo come introdurmi: la sindrome da foglio bianco.
Sapete cos'è, vero?!
Dicebamus: oggi niente latino (a malincuore); parliamo di IKIGAI.
Molti ne avranno già sentito parlare, tanti lo conoscono già. Ma per quel paio di persone che non lo conoscono e che guarderanno questo video, ve lo racconto un po'. Ci tenevo a parlarne proprio in questi giorni di fantomatica ripartenza: ogni volta che c'è un cambiamento, sentiamo che c'è qualcosa. Un inizio. Nuovo. Daccapo.
UnDaccapo – diceva un mio carissimo insegnante e mentore di vita [magari un giorno ve ne parlo: vi interessano le vite della gente?].
Ci sono diversi libri, manuali, tutorial che parlano di ikigai: io ne ho letto uno – e personalmente penso che sia sufficiente: la differenza sta nel fare gli esercizi di ricerca del proprio ikigai.
Ad ogni modo, il libro che ho letto si chiama Ikigai: il metodo giapponese: trovare il senso della vita per essere felicidi Bettina Lemke.
Ikigai: cos'è?
Tanto per incominciare è una forza. Una sensazione di benessere energico che pervade tutto l'organismo, mente e umore: energia.
La parola è di origine giapponese e si compone del binomio “iki-vivere, gai-ragione". La “raison d'être“ francese, ovvero la ragion d'essere, la ragion di vita.
Paroloni, eh?
È vero. Anch'io penso che “vita” sia una parola troppo grande e a così lunga scadenza che nella nostra testa non riesce a prender forma.
Per questo apprezzo il valore che danno a questo IKIGAI gli abitanti della regione di Okinawa, Giappone: una ragione per svegliarsi al mattino.
Non voglio dilungarmi ulteriormente nelle descrizioni storico-lessicali, ma sono certa che pensare al risveglio di domani mattina ci preoccupa ben oltre che trovare LO scopo della vita.
Per questo penso sia più corretto tradurre questo concetto in relazione al quotidiano.
Perché è questo che si propone: non inseguire un obiettivo di vita, on trovare il senso della vita come fosse un forziere del tesoro laddove finisce l'arcobaleno.
È la forza che ci spinge ogni giorno, ogni singola mattina a metter giù il piede dal letto.
Chi se ne importa di trovare il senso della vita tra cent'anni o trenta o dieci.
Sono quei trecentosessantacinque giorni a fare la differenza. Ciascuno nelle sue singole 24 ore.
Come dice la Lemke:
Le persone dotate di un forte ikigai conducono vite appaganti e trovano sempre un buon motivo per alzarsi la mattina […]. A pensarci bene, è logico: chi non percepisce un senso profondo nella propria esistenza e non sa quale sia il suo scopo, o perché affronti ogni nuova giornata, vivrà con minor energia ed entusiasmo di chi invece ne ha preso coscienza e ogni giorno si dedica a ciò che lo rende felice e gli procura gioia e soddisfazione.
Tu per che cosa ti alzi la mattina?
E no, “la sveglia” non è la risposta corretta.
Ma passiamo agli esercizi, che poi è ciò che mi interessa lasciare a chi guarderà questo video.
Come trovare il proprio IKIGAI
Premetto che questi NON sono certo il percorso di esercizi che trovate nei manuali: d'altra parte i “poveri” giapponesi ci dedicano la vita intera a cercare il proprio ikigai. Non avrete mica pensato che voi l'avreste trovato in dieci minuti di video, vero?
Innanzitutto munisciti del solito materiale da detective: carta e penna.
E sii certo di avere un ritaglio di giornata a disposizione. Da poter dedicare a te stesso.
Dividi un primo foglio in quattro parti, con una grande croce.
Su un altro annota, in ordine sparso (NON fare una lista ordinata!) le cose che ti fanno battere il cuore. Tutte quelle che ti vengono in mente, anche solo il profumo della salsedine il primo giorno in spiaggia.
Quando sei felice di svegliarti?
Quando vorresti/hai voluto urlare “la vita è bella!”?
Forse avrai bisogno di più giorni per sentire di aver davvero “completato” questa parte di esercizio: ma, come dicevo, si parla del senso di una vita intera. Mica pizza e fichi (che poi: 'sta pizza coi fichi qualcuno l'ha mai mangiata?).
Tornando al foglio crociato: scrivi su ciascuno dei quadranti uno dei seguenti “titoli”:
ciò che amo fare (hobby/passione)
punti di forza e capacità (skills, per fare gli internazionali)
cose per cui mi pagano (o potrebbero pagarmi), che io posso fare e tu/gli altri no
ciò di cui ha bisogno il mondo, seconde me
Perfetto: queste sono le quattro macrocategorie in cui si articola l'ikigai.
L'obiettivo è: trovare l'intersezione tra tutte le aree.
Facile a dirsi.
Esatto. Compilare tutti e quattro i campi sarebbe già un gran traguardo. Ma so già che vorrai degli esempi pratici: ecco i miei. Direttamente dal mio (disor)diario!
su quel che amo fare, sono “andata facile”: niente manie di grandezza; ho segnato cose “concrete e specifiche” come ritagliare immagini dai giornali o scrivere brevi slogan sui post-it. Fare to do list (sapete che Tiger ha dei quaderni preimpostati di to-do-list?!) e schemi di pianificazione (planning). Preparare panini e dargli dei nomi come se stessi scrivendo il Menù della Locanda degli Elfi – sì, mi piace preparare panini. Insomma: TUTTO ciò che ti fa sentire bene. Anzi: che non ti fa sentire preoccupato, fosse anche solo per qualche minuto.
per capire i miei punti di forza, è stato difficile. Mi sono fatta dare una mano dai miei amici, dalle persone che più mi conoscono e che hanno vissuto con me (e grazie al cielo ho vissuto con un sacco di gente!). Qual è il complimento che ti fanno più spesso? Cose che “come te, non lo fa nessun altro. Per me, i panini sono stata una grande rivelazione, comunque, eh.
sono certa che almeno una volta nella vita, ti abbiano pagato per fare qualcosa: cosa? E soprattutto: è fortemente probabile che NON ti abbiano pagato per qualcosa per cui meritavi una retribuzione. Ma, a farla meno materialista: per cosa ti sei sentito dire Grazie? Per cosa hai ricevuto, magari, un regalo da “sdebito”?
per questo ultimo punto, niente buonismi e totale onestà con sé stessi. Di cosa ha bisogno il mondo? Non è detto che la risposta corretta sia “la pace” o “Greta Thunberg”. Fleming, per esempio, non sapeva che il mondo aveva bisogno della penicillina, ma sapeva che aveva bisogno di cure, ricerca ed esperimenti. Se non riesci a fare questo esercizio, prova a pensare, al contrario, cosa NON va nel mondo, cosa ha bisogno di esser risolto. Per esempio: ridere. Il mondo ha bisogno di ridere. Per questo, l'intrattenimento e la comicità sono sempre un'opzione.
Guarda bene tutto ciò che hai scritto. Se puoi, guardalo assieme a qualcuno di cui ti fidi e che ti conosce. Di sicuro ci saranno delle attività che si ripetono in più di una categoria, ma certamente ce ne sarà almeno una presente in tutte e quattro.Lo schema è molto chiaro, anche sulle intersezioni parziali come Vocazione o Missione.
Naturalmente ci sarebbe da dire ancora e ancora: ma a quel punto scrivo un libro o rubo il posto a Piero Angela.
Voglio lasciare, in ultimo, solo le indicazioni 5x:
5 ambiti di ikigai:
Natura
Famiglia
Amore
Arte
Sport
5 Pilastri:
iniziare dall'attività più piccola e semplice che ti viene in mente
fa qualcosa per qualcun altro che non sia te stesso (valgono anche le piante: io per esempio le uccido sigh)
armonia: niente fretta, come un valzer. Prendi il tempo, datti tempo. Quante cose puoi fare davvero in un solo giorno? In un'ora? Senza fretta.
dì grazie per qualcosa che ti è accaduta, almeno una volta al giorno: comincia adesso
pensa a cosa senti in questo istante, ora mentre leggi: non pensare a ieri, non pensare a cosa farai appena chiudi il PC. Adesso, chiudi gli occhi e respira.
Postilla etimologica
Se per il primo fonema iki, abbiamo una traduzione puntuale ovvero “vivere”, verbo, per gai non esiste, nelle nostre lingue occidentali, una esatta trasposizione: si fa riferimento alla semantica del “valerne la pena”, quindi senso, ragione, energia, scopo, qualità, pienezza d'animo e mille altre sono le interpretazioni che possiamo attribuirgli.
Conclusioni non richieste
Dicevamo: la Ripartenza.
E tutti a chiederci cosa faremo, cosa abbiamo capito/imparato/sperimentato.
La lista dei propositi è lì sul tavolo, come il 2 gennaio: lo so che ne avete una. Ed innumerevoli foglietti: liste e annotazioni di priorità ed errori da evitare. Persone da vedere, cibi da assaggiare, rimangiare, vomitare. Quest'anno abbiamo avuto il doppio Capodanno. 2020. VentiVenti. Un anno che balbetta. E si ripete, inciampando.
Avete capito chi siete. Abbiamo capito chi siamo.Abbiamo capito chi siamo?
IKIGAI.
La parte positiva è che tutti abbiamo un ikigai: anche tu lo stai cercando.
Solo che ancora non lo sai.
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