Chiara Ferragni è FIGLIA di KLIMT
Cari Voi, Salve.
Un paio di video fa abbiamo parlato degli Anni 20 duepuntozero e delle analogie avanguardistiche tra il Primo Novecento e la nostra bella epoca Digitale.
Permettetemi un'ultima postilla. Postilla.
Chiara Ferragni è figlia di Klimt.
Questa riflessione nasce dopo un'approfondita analisi della vita di entrambi, studi, letture e documentari: vi prego di fidarvi.
Ah: il titolo è per attrarre la vostra attenzione. Naturalmente Chiara e Gustavo non appartengono alla stessa genie.
Vorrei crogiolarmi in sproloqui e logorree sul perché valga la pena documentarsi su entrambi, ma mi limiterò ad invitarvi a guardare i documentari sulla loro vita.
Se fossero appartenuti al primo ventennio dello stesso secolo, Klimt avrebbe certamente ritratto la Ferragni per più di una ragione. Le stesse per cui lei è la Giuditta dei nostri giorni.
Precisa e concisa
origini e tradizioni accademiche: Klimt proviene da una formazione Accademica Tradizionale, dove la ritrattistica fedele è sacra (vi invito a guardare alcuni dei suoi ritratti pre Età dell'Oro). Chiara, dopo il Liceo Classico, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza – Bocconi di Milano. L'innovazione sperimentale è figlia della Tradizione.
Simbolismo e luoghi comuni: i quadri del caro viennese sono ricchi di rimandi, metafore e icone, dall'albero della vita alla testa di Oloferne, simboli che “rasentano il “luogo comune”: quante volte la Giuditta sarà stata protagonista di miriadi di tele nel corso della Storia? Eppure Klimt, in barba a tutti, riprende quel luogo comune e sa reinterpretarlo come nessuno prima. Chiara comincia con un blog: The Blonde Salad. Sorvolando sull'accezione di Salad (per insalata di contenuti: che poi è un po' un diario disordinato! Ferry una di noi disordinari!), mi soffermerei sulla sottigliezza del Blonde. Il luogo comune vuole che la “bionda” non spicchi per astuzia. Che sia un po' finta, di plastica: Barbie. Ed in effetti, il “logo” del The Blonde Salad è una Barbie in una ciotola di insalata. Più simbolico di così … un topos che Chiara ha poi totalmente smentito: imprenditrice scaltra e nota per la sua trasparente spontaneità sull'Instagram quotidiano. Insomma tutto fuorché “di plastica ottusa”.
Ed a proposito di amore per il simbolismo: stiamo tralasciando il simbolismo decorativo dei tatuaggi che costellano il corpo della modella imprenditrice.
Evocazione: riagganciandomi a quanto su, Klimt rievoca la realtà senza rappresentarla fedelmente. Come l'inseminazione di Danae. E chiara non è da meno: la Barbie in Lattuga piuttosto che il suo primo piano da soubrette. Il significato prima del significante.
Controcorrenza: Klimt ha subìto accuse di decontestualizzazione e certo non era ben visto per il suo stendardico erotismo; “una donna incinta che assieme alla colonna di corpi aggrovigliati fluttua nel vuoto" gli vale l'accusa di essere un'orgia anatomica insensata. Le accuse di erotismo eccessivo e "fuori luogo" sono all'ordine del giorno per una Ferragni madre e moglie. Provate a dare un'occhiata al profilo Instagram @lerispostedellaferragni .
a proposito di nudi: nonostante le critiche, all'oggettività dei fatti né le donne di Klimt né la bionda Chiara sono mai risultate volgari.
Dualismo tra bidimensione e preziosimo: Klimt sembra concentrare tutta la sua attenzione ai decori geroglificati di stoffe e lamine d'oro, piuttosto che alla contestualizzazione ambientale delle scene. Un po' come le foto selfie di Chiara che non si preoccupa certo di riordinare la cabina armadio tra un cambio di vestiti ed una IG story. E poi ammettiamolo: le modelle del Klimt sono sempre in pose fotografiche che Naomi Campbell fatti più in là.
Haute Couture: l'attenzione che Gustav mette nelle preziose stoffe è condivisibile solo da fashion designer e Donatella Versace.
Ambiente diventa protagonista: piuttosto che contestualizzare un corpo nel mondo, Klimt ritrae il mondo e lo rende protagonista. Dunque non porta sulla tela solo il suo mondo interiore, ma spazia, va oltre sé: il suo soggetto pittorico è fluido. Analogamente la Ferragni non è solo sponsorizzazioni e pubblicità, le sue foto non sono solo un invito a comprare. Sa caratterizzare tutto ciò che la incrocia: non è frutto di un “tema senza il quale sarebbe persa”, il tema è sé stessa: la sua famiglia, Los Angeles, i biscotti e Disney Channel. Qualunque cosa faccia, non puzza mai di incoerenza.
Klimt ha un gatto. Chiara ha Mati, l'inseparabile bulldog francese.
Bonus postilla
Se qualcuno si stesse chiedendo come mi è saltata in mente un'analogia del genere: ecco, da un'analisi dei miei gusti. Ho sviluppato una sorta di venerazione per entrambi e – come quando finisce che ti piace sempre lo stesso prototipo di ragazzo – anche per gli eroi(ni) accade lo stesso: deve esserci PER FORZA qualcosa che accomuna tutti i personaggi del tuo mondo ideale.
Considerato che la mia eroina del cuore è Sailor Moon … stay tuned.
Bacini.
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