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Immagine del redattoreMayra Stella M.

CAOS-fobia

Aggiornamento: 25 apr 2020

Fin da quando ero piccola, mi hanno sempre fatto credere a questa stronzata dell'ordine.

Metti in ordine la stanza.

Raccogliti i capelli in una corda, hai un aspetto più ordinato.

Sono in ordine alfabetico.

Scusate il disordine!

Scusate un cazzo.

Ma poi, scusate chi? Ma l'universo non era nato dal caos?

Quando mai l'ordine ha generato qualcosa?

Cioè, qualcosa di grandioso?

Ho una gran confusione in testa. E mi sento male.

Ma sapete cosa?

Non è la confusione a farmi male, non sono i flussi di pensiero e i vestiti sul divano. Non sono neppure le scarpe davanti alla porta, né gli sbalzi di umore.

È la convinzione di essere sbagliata.

Si parla tanto di discriminazioni, pregiudizi e conformità.

Pride, famiglie arcobaleno e xenofobia. Bene. Ecco una nuova – ma vecchia più di Cher – forma di discriminazione: Caosfobia.

E non parlo solo di disordine in senso stretto, dei libri di scuola spiegazzati e lasciati sul letto o dei granelli di polvere sotto il tappeto. Parlo del disordine esistenziale. Di quella che additiamo come incoerenza. Del cambiare idea, cambiare gusti. Cambiare.

Quand'è che cambiare è diventato sinonimo di incoerenza?

Da quando l'incoerenza è disordinata?

Ma soprattutto, chi decide che tutto questo su e giù di pensieri, personalità e fatti è sbagliato?

Chi sei tu per giudicare? Cosa vuoi da me? Cosa ti aspetti?

Perché te lo aspetti?


Questo libro. Questo diario. Questo insieme di fogli.

Non avrà una coerenza. Non sarà ordinato. Non avrà un filo cronologico.

Ma di certo avrà un filo logico: il mio.

E se non lo capirete, non è colpa mia. E non è colpa vostra. Non è colpa di nessuno.

Il mondo non ha bisogno di colpevoli.

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