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Immagine del redattoreMayra Stella M.

ARTISTA o ARTIGIANO?

Dilemma Ancestrale


Cari Voi, Salve.

Come promesso, una brevissima rassegna sull'evoluzione Artista-Artigiano.

Dibattuto per secoli, in senso più stretto si parla di creatore di opere dotate di valore estetico, nei campi dell'intrattenimento e/o della cultura.

Ma dove e quando nasce la diatriba?



La diatriba nasce tra la semantica greca e latina.

  • greco, TECHNÉ: maestria in un processo di produzione qualsiasi (da cui il latino tecnicus);

  • latino, ARS: lett. “metodo pratico”, legato alla bellezza dell'oggetto prodotto.

Benché le sfumature sian differenti, non furono ben distinte fino al post-Medioevo; ancora nel Primo Medioevo, infatti, la figura dell'Artista non era affatto slegata dall'abilità tecnica: tutt'altro, divenne, ancor più che in passato, legato ad una eccellenza tecnica, piuttosto che al campo di attività. L'artista era tale proprio in quanto eccellente artigiano.

Una evoluzione dell'artigiano all'ennesima potenza vocazionale.


Ma a fine Medioevo la situazione sembra confondersi fino a ribaltarsi: l'Artista diventa colui che ha l'intuizione, non chi la esegue.

Pensate che nella documentazione dei cantieri tardo-Medioevali sopratutto delle chiese, con AUTOR si intendeva addirittura il committente e non il progettista architetto!

A questo punto, i “semplici esecutori” sentono il bisogno di rivendicare la propria abilità.


E allora, quando si dividono le due figure?

Verso metà Quattrocento, il noto Leon Battista Alberti – architetto – si distacca dalla committenza. E a ruota, analogamente il ribelle Michelangelo, spesso definito dal carattere sospettoso e turbolento, assecondò il suo intuito creativo.

Qui la scissione dalla committenza che fino ad allora era stata motore dell'incipit creativo.

E di qui, ben presto nel Cinquecento Rinascente e Rinascimentale, arrivano le Accademie di belle Arti.


La più antica Accademia pubblica di arte creata al mondo, fu istituita da Cosimo I de' Medici, il 13 gennaio 1563, su consiglio dell'architetto aretino Giorgio Vasari e fu inizialmente denominata Accademia e Compagnia dell'Arte del Disegno.


A questo punto,mi sembra doverosa una bella scaletta di confronto: Artista e Artigiano.

Entrambi hanno un pensiero proprio di base: che sia egli stesso a svilupparlo con doti ed abilità tecniche o che ne sia “solo” il progettista.


Artigiano: ha un pensiero logico-progettuale, più strutturato, che già guarda all'esecuzione in fase di creazione. Caratterizzato da virtuosismo esecutivo.


Artista: concezione umanistico-poetica; vero che il pensiero deve trasparire attraverso l'opera stessa, ma per lui è importante anche la comunicazione di tutta la fase progettuale: l'evoluzione dell'idea in oggetto terminato è tutta quanta opera d'arte integrale. Il percorso che c'è dietro, il “behind the scenes”.


Se avessi la possibilità di parlare più lingue, lo faresti?

O meglio: se avessi la possibilità di tradurti, cercheresti di arrivare a più gente possibile?Perfetto: pensa al linguaggio come ad una modalità di espressione. Alle diverse modalità di linguaggio comunicativo come fossero universi paralleli e culture straniere.

Così i campi dell'arte.


L'artigiano il traduttore.

L'artista lo scrittore.

Possono essere riassunti in un'unica entità.

Oppure no.

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