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Immagine del redattoreMayra Stella M.

5 ARTISTI che sapevi essere GAY

Cari Voi, Salve.

Siamo finalmente a giugno. Forse non lo sapete, ma giugno è il mese del pride.

Per “pride”, che in inglese significa orgoglio, si intende l'orgoglio dell'accettazione di sé, in senso specifico legato alla sessualità, con esplicito riferimento alla sessualità non convenzionale, ovvero etero.

Pride è una parola che socialmente indica la manifestazione in aperta piazza che rivendica il diritto ad amare chiunque si voglia, senza pregiudizio né differenze legislative.

Solitamente le parate si tengono nei giorni attorno al 28 giugno, data che celebra e commemorano i moti di Stonewell a New York, ossia una serie di scontri tra a polizia newyorkese e gruppi di ragazzi omosessuali. Quella notte, infatti, la polizia fece irruzione in un locale gay, lo Stonewell, in quel 28 giugno del 1969.


L'anno scorso è stato registrato il numero più alto di sempre di partecipanti alla manifestazione: più di 5 milioni solo a Manhattan, commemorando in una nota particolare, Sylvia Rivera, la donna trans simbolo di questa giornata (leggenda narra che sia stata lei a dar origine alla rivolta del '69, lanciando una bottiglia contro un poliziotto … ma questa per adesso è leggenda).


E siccome quest'anno, per ovvie ragioni non si potrà celebrare alcuna parata fisica, ho pensato di celebrarla così: ricordando quelle personalità che certamente sapevate essere omosessuali (benché poco importi, il loro orientamento, ai fini della ricerca artistica).



Per il momento ne ho scelti cinque.


  1. Michelangelo Buonarroti: come non incominciare da uno dei pittori più noti della Storia dell'Arte? Michelangelo. Un artista con la M maiuscola. Non esistono prove storiche certe né confessioni segrete dell'artista. Le informazioni che supportano la sua omosessualità sono: - diverse accuse di sodomia (dalle quali fu spesso difeso da papi e sacerdoti committenti; la critica storica non ha desistito dal sospettare relazioni tra Michelangelo e gli ecclesiastici difensori); - inesistenza del corpo femminile “stereotipato”: Michelangelo è noto per i nudi massicci e mascolini, allorquando rappresenta donne, con muscolatura accentuata e possanza; - esplicitazione degli organi genitali maschili nei nudi (tanto da costargli la censura di alcuni dipinti: forse non tutti sanno che nel 1564, ala fine del Concilio di Trento, si decretò la censura del Giudizio Universale e tutti i corpi dannati, in origine nudi, vennero vestiti. Daniele da Volterra che fu collaboratore di Michelangelo, venne incaricato di “metter le braghe agli scandalosi”!).

  2. Frida Kahlo: riscoperta negli ultimi anni, nasce in realtà nel 1907 a Città del Messico e “rientra” nella stessa corrente artistica di Dalì: il Surrealismo, l'arte che rappresentava i sogni … se non che, Frida evidenziò il suo distacco dall'intento avanguardistico: lei non dipingeva sogni e non dipingeva la realtà, quella oggettiva; dipingeva la sua realtà. L'aneddoto noto sull'origine della vita artistica di Frida è un incidente che la costrinse a letto perla maggior parte del tempo post trauma. Subì danni alla colonna vertebrale, pertanto fu costretta all'immobilità. Le venne regalato un letto a baldacchino ed uno specchio: una condanna al confronto con la sé stessa fisica. Fu sposa di Diego Rivera, molteplicemente tradita ed a sua volta extraconiugalmente traditrice. Omosessuale”.

  3. Fidia di Atene: e direte voi “chi diavolo sarebbe?”. Avete presente il Partenone? Beh, i bassorilievi sul frontone sono suoi. Ad esser puntuali, nell'Antica Grecia non era poi così fuori dal comune, l'omosessualità – e di certo non avevano dovuto lottare per guadagnarsi l'etichetta di normalità. Si parlava a quel tempo di pederastia: ovvero il rapporto amoroso e sessuale tra un maestro (attivo) e un suo allievo (passivo). Per il neòsera fondamentale ricevere questa educazione, e doveva tenere il ruolo attivo fino al raggiungimento dell’età adulta, quando era pronto ad assumere ruolo attivo con le donne e con altri giovinetti.

  4. Andy Warhol: non c'è libro di Storia dell'Arte che non ne parli, non c'è cultura del mondo pop che non lo conosca. Vissuto tra il 1928 e il 1987, ha il merito di aver portato nei musei la nuova quotidianità moderna: dalla zuppa di fagioli a Topolino. Oltre che da artista, il suo più grande merito fu di sperimentatore ed osservatore sociale, ma di questo parleremo un'altra volta. Per adesso ci limitiamo a citarlo in questa piccola rassegna arcobaleno: lui, l'artista che si dichiarava "omosessuale ma vergine".

  5. Keith Haring: esattamente 30 anni dopo Warhol, nasce Keith Haring. Nella Storia dell'Arte ebbe il merito di elevare ad Arte anche il writing, quella che oggi chiamiamo Street Art. Benché l'estetica dei sui lavori fosse caratterizzata da personaggi dalle parvenze amichevoli, colori sgargianti e marcati, le sue tematiche furono ben più pesanti e quasi in contrasto con uno stile così (apparentemente) ingenuo e sicuramente fresco: sfondo politico, controversie religiose, apartheid, droga e tematiche sentimentali percorsero la sua breve vita. Muore a 31 anni colpito dall' HIV.

Mi ha sempre fatto sorridere amaramente la narrativa didattica su Haring: parlando del virus che lo uccise, è facile leggere affermazioni del tipo “a causa di una vita sessuale sregolata”.

Non metterò becco sulla veridicità di queste ipotesi. Ma ci tengo a concludere con una citazione dello sesso artista:


I didn’t stop having sex, but had safe sex or what was considered and understood to be safe sex at that point. But by 1985, AIDS changed New York. Keith Haring
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